domenica 22 luglio 2012

Matrimoni Stregonesco .


A tutt’oggi non vi sono vere e proprie cerimonie di A tutt’oggi non vi sono vere e proprie cerimonie di matrimoni stregoneschi in Italia, tanto meno ve ne sono di ‘tradizionali’ anche se nuove e moderne forme ne esistono nella Wicca che incorpora elementi tradizionali nelle proprie celebrazioni.
In Italia le streghe si sono sempre occupate più di benedire e ‘seguire’ un matrimonio, indipendentemente dal fatto che questo sia stato religioso o civile.
Come streghe, più che la cerimonia, l’interesse è sempre stato rivolto al valore dell’unione, e alla sua protezione dagli eventi esterni.
Molti degli usi pagani esistono ancora oggi nel matrimonio, ma ne siamo così assuefatti da non vederli più, e considerarli mera consuetudine.
A tutt’oggi non vi sono vere e proprie cerimonie di matrimoni stregoneschi in Italia, tanto meno ve ne sono di ‘tradizionali’ anche se nuove e moderne forme ne esistono nella Wicca che incorpora elementi tradizionali nelle proprie celebrazioni.
In Italia le streghe si sono sempre occupate più di benedire e ‘seguire’ un matrimonio, indipendentemente dal fatto che questo sia stato religioso o civile.




Come streghe, più che la cerimonia, l’interesse è sempre stato rivolto al valore dell’unione, e alla sua protezione dagli eventi esterni.
Molti degli usi pagani esistono ancora oggi nel matrimonio, ma ne siamo così assuefatti da non vederli più, e considerarli mera consuetudine.
Oggi qualcosa sta cambiando per opera della Wicca, che in Nord Europa e in america è andata alla ricerca di elementi tradizionali e nuovi, e li ha cuciti insieme in emozionanti celebrazioni che differiscono a seconda dei luoghi e delle culture che rappresentano.


Abbiamo così l’unione delle mani con il laccio intrecciato dagli sposi nei giorni precedenti il matrimonio con nastri variopinti, il tintinnare di campanelli per annunciare buone novità e allontanare la cattiva sorte, il salto della scopa, o l’accensione contemporanea da parte degli sposi della candela dell’amore; una candela ritualizzata per 28 giorni, e poi accesa per ufficializzare l’unione della coppia davanti alla comunità e gli spiriti di natura.
per poter accompagnare con esso una giovane sposa con gli occhi puliti di bimba, e il suo compagno il cui nome vibra forte , da memoria medievale e moderna, uguale a uno dei vari nomi con cui in Italia è nota la divinità maschile delle streghe. A loro, con cui per mesi ho acceso il camino i venerdì per riscaldare la stanza dove sarebbe avvenuto il confezionamento dei regali della sposa ai suoi ospiti nel gran giorno, curando i dettagli a mano mentre i gatti si aggiravano con pigrizia fra cere e sigilli, a loro che hanno adottato il piccolo Cezàr dalla pelle color cioccolato dimostrando che nei cuori felici c’è sempre posto, a loro regalo queste briciole di tradizione.


Per voi, miei cari Peter Pan che custodite nei cuori sorrisi segreti, nel gran giorno farò tintinnare forte forte i miei campanelli da strega.Oggi qualcosa sta cambiando per opera della Wicca, che in Nord Europa e in america è andata alla ricerca di elementi tradizionali e nuovi, e li ha cuciti insieme in emozionanti celebrazioni che differiscono a seconda dei luoghi e delle culture che rappresentano.
Abbiamo così l’unione delle mani con il laccio intrecciato dagli sposi nei giorni precedenti il matrimonio con nastri variopinti, il tintinnare di campanelli per annunciare buone novità e allontanare la cattiva sorte, il salto della scopa, o l’accensione contemporanea da parte degli sposi della candela dell’amore; una candela ritualizzata per 28 giorni, e poi accesa per ufficializzare l’unione della coppia davanti alla comunità e gli spiriti di natura.



Nelle antiche cerimonie nuziali un cerchio veniva tracciato sul terreno attorno alla coppia come segno bene augurale e già in epoca barbarica compare l’anello come simbolo di legame, potere, sottomissione, promessa. Gli sposi, attraverso lo scambio degli anelli creano un'unione indissolubile, che si riassume nella sua forma essenziale, chiusa e senza saldature. Particolarità di questo sacramento è che gli sposi lo impartiscono essi stessi, attraverso il loro impegno.


Sin dall'antichità, per suggellare la promessa, le giovani coppie si scambiavano un anello in segno di fedeltà. Questo rito si inseriva dapprima nei fidanzamenti e poi progressivamente nella cerimonia di matrimonio.
Il vincolum romano: inizialmente nell’antica Roma solo i maschi usavano indossare l’anello, ma il vincolum venne esteso presto anche alle donne. A quei tempi era di ferro (raramente d’oro o d’argento) e rappresentava il circolo della vita e dell'eternità. L’anello non sanciva solo vincoli matrimoniali, ma anche legami di fatto. Lo testimoniano i gioielli risalenti all’epoca dell’imperatore romano Tito, in oro massiccio, ritrovati recentemente a Pompei. All’interno di un hospitium, un modesto albergo non lontano dalle splendide rovine del “Grand Hotel Pompei”, accanto ai corpi di una coppia, un sacchettino conteneva i probabili doni d’amore di un padrone facoltoso alla sua giovane amante.
La fede manterrà sempre una certa sobrietà, anche quando, sotto l'influenza cristiana, l'oro s'imporrà definitavamente sul ferro. Oggi l'anello nuziale si chiama fede (da fidem dare), nome che un tempo indicava invece l'anello di fidanzamento, che suggellava la promessa di matrimonio.
Secondo l'epoca e i paesi, l'anello matrimoniale (e quello di fidanzamento) viene indossato alla mano destra, sinistra, all'anulare e persino al pollice.


Vi siete mai chiesti perchè la fede si porta al quarto dito della mano sinistra ? E' una tradizione che deriva dagli antichi egizi, convinti che vi fosse una "vena dell'amore" che collegava il cuore all'anulare sinistro.

Il velo
Nei riti pagani, per allontanare le forze negative, ci si mascherava o ci si dipingeva il viso, mentre la Sposa si velava il volto.
Secondo alcuni, il velo sarebbe una reminiscenza del drappo che l'uomo gettava sul capo della donna che rapiva. La stessa interpretazione, ritiene che durante la cerimonia nuziale la sposa stia alla sinistra dell'uomo perchè anticamente era con questo braccio che egli la stringeva, avendo il destro impegnato a maneggiare la spada per combattere gli altri soldati o mercenari. Ancora oggi sopravvive l'usanza di simulare il rapimento prima della cerimonia nuziale : nei paesi scandinavi l'uomo "rapiva" la sua donna e i genitori fingevano di cercarla. Gli sposi, nei primi giorni del matrimonio, celebravano la fuga bevendo dell'idromele.
Proprio da questa tradizione, secondo alcuni, sarebbe nata l'espressione "luna di miele".



Nelle famiglie nobili il velo nuziale, impreziosito da ricchi ricami, viene tramandato di generazione in generazione, quale simbolo della continuità della famiglia.

Abito da sposa
Imperativo per il futuro Sposo è quello di non vedere, nele 24 ore precedenti il matrimonio, la futura Sposa e soprattutto il suo abito, pena la "malasorte". Si pensa che anche questa usanza abbia origini pagane e serviva a proteggere la futura Sposa dagli influssi negativi e ad aumentare nello Sposo il desiderio per l'amata.



Riso
L'usanza di lanciare del riso sui giovani sposi precede la nascita di Cristo, e risale ad un antico rito pagano che consisteva nel lanciare chicchi di riso sulla coppia per augurarle una unione "fruttuosa". I pagani credevano che la fertilità dei chicchi si sarebbe riversata sulla coppia che ne era investita.
Con il passare degli anni, al riso si sono aggiunti coriandoli e petali di rosa.


Qualcosa di blu. . .
Qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo e qualcosa di prestato: ecco i piccoli dettagli beneaugurali ai quali nessuna sposa cerca di non rinunciare mai. Se qualcosa di nuovo non può comunque mancare, qualcosa di vecchio potrebbero essere gli orecchini, qualcosa che indichi la storia della sposa, la cosa che l’ha vista crescere e arrivare al matrimonio. Il qualcosa di vecchio rappresenta il legame con la propria famiglia e quindi con la vita prima del matrimonio. Di solito, la sposa indossa un gioiello di famiglia o anche il velo che fu di sua madre o di sua nonna.
Qualcosa di prestato, possibilmente un piccolo monile avuto in prestito da una donna appagata che ha avuto un matrimonio lungo e felice.
Sono questi i ‘passaggi di consegne’ da donna a donna, una che ha percorso un nuovo cammino di vita e una che si appresta a farlo.
Qualcosa di blu, il colore del potere e dell’abbondanza. Attraverso gli anni questa credenza si è evoluta: dapprima la sposa indossava abiti blu, poi ci si limitava a portare una fascia blu attorno all'abito nuziale. Oggi, molte spose scelgono di portare una giarrettiera a nastri blu, dettaglio assai discreto che consente di rispettare la tradizione, o un piccolo nastro cucito all’interno della biancheria intima…



Le perle
Una credenza popolare vuole che le perle portino sfortuna e dispiacere, esse portano ‘lacrime’ e una tradizione superstiziosa (probabilmente frutto del cattivo destino avuto nella storia da donne ricche e in vista) vuole che esse non vengano mai regalate alle giovani. In realtà la tradizione e i miti collegati alle perle non sono così funesti e tragici; la leggenda le vuole nate dai raggi della dea che rappresenta la luna, ossia Artemide o Lucina, la quale protegge le nozze, favorisce la fertilità e assiste durante il parto.
Proprio perché le perle sono figlie della luna, è usanza che vengano regalate dalla madre alla sposa per il giorno del matrimonio, come segno beneaugurale. Fatelo. Non c’è augurio più spiccatamente femminile del regalare a una giovane sposa, e a una giovane in genere, un bel filo di perle.



La sposa deve attraversare la soglia di casa nelle braccia del marito
Diverse le spiegazioni a questo rituale: la prima vuole che il gesto protegga la sposa dagli spiriti maligni che la attenderebbero sulla soglia; la seconda teoria fa riferimento all'epoca romana, quando si riteneva che se la sposa fosse caduta mentre entrava per la prima volta nella casa coniugale, sarebbe stato un segno terribile di disgrazia, che avrebbe messo in pericolo il matrimonio. Così, portare in braccio la sposa al momento di varcare la porta serviva ad impedire questa sventura.



I Confetti
Da più di cinque secoli in Italia i confetti sono il simbolo delle nozze. Nei tempi passati erano considerati come i bon bon più pregiati e quindi destinati ai festeggiamenti degli sposi di alto rango, mentre quelle due metà della mandorla, tenute insieme da un velo di zucchero, non possono che rappresentare l’unione della nuova coppia.
A poco poco l’usanza dei confetti è mutata nel tempo; questi piccoli bon bon sono i figli di ritualità più antiche.
Era un’antica usanza che gli invitati al matrimonio portassero mandorle, noci e altri frutti della terra per augurare felicità e prosperità agli sposi. Dopo la scoperta delle Indie occidentali, e dunque con la diffusione dello zucchero, le mandorle iniziarono a essere “vestite di bianco”, diventando così confetti e mutando la consuetudine, perché da quel momento furono gli sposi a offrirle agli invitati.
Oggi gli sposi regalano inconsapevoli questi confetti che devono essere preferibilmente bianchi, immancabili a ogni matrimonio, da inserire sempre in numero dispari (5) nei tradizionali sacchettini di tulle.
Il numero cinque simboleggia le qualità che anticamente gli invitati offrivano agli sposi in chiave simbolica; salute, ricchezza, lunga vita, fertilità e, felicità.
Oggi gli sposi rispondono donando confetti agli invitati, come ringraziamento per aver voluto partecipare alla loro felicità.



Il Bouquet
Secondo la tradizione, il bouquet è l’ultimo omaggio che il futuro sposo in quanto fidanzato fa alla sua promessa, chiudendo il ciclo del corteggiamento; è lui a ordinarlo ed eventualmente a consegnarlo poco prima delle nozze. Per la scelta, lo sposo può farsi consigliare da una parente stretta o da un’amica di lei.
Il lancio beneaugurale
Conosciutissimo da quasi tutte le donne; alla fine del banchetto, la sposa regala il bouquet all’amica nubile più cara, come augurio di nozze per lei entro l’anno. Se le amiche sono più d’una, allora si procede al classico lancio. Se, invece, la sposa desidera lasciare un ricordo a ciascuna di loro, il bouquet deve essere composto da tanti mazzolini che saranno equamente distribuiti. Infine, se la sposa vuole conservare il bouquet e allo stesso tempo mantenersi fedele alla tradizione, può farsene confezionare uno più piccolo per il lancio.



Per l'anello di Fidanzamento
Anche le pietre hanno un proprio affascinante linguaggio simbolico: parlano, comunicano, raccontano. Il dono viene cosi’ ad assumere, di volta in volta, oltre che il valore di una promessa anche la valenza di augurio o di omaggio a una particolare qualità della futura sposa. Un modo per dirlo poco conosciuto, ma che sarà apprezzato.

ACQUAMARINA: Propizia un matrimonio duraturo e felice.
AMBRA: E’ il simbolo dell’amore virtuoso.
ANDALUSITE: Protegge i fidanzamenti a rischio e riconquista l’amore perduto.
BERILLO: Stringe il legame e rafforza l’amore.
CRISTALLO DI ROCCA: Dona bellezza e impedisce l’invecchiamento.
DIAMANTE: E’ la pietra più dura, dona solidità al rapporto rendendo l’amore invincibile.
MALACHITE: Dona salute, ricchezza e felicità nell’amore.
OPALE: E’ il simbolo dell’amore sincero.
PIETRA DI LUNA: Regala vittorie d’amore.
RUBINO: E’ la pietra del potere, del successo, simbolo dell’amore passionale e duraturo.
SMERALDO: Rafforza il successo, la speranza e il futuro di un grande amore.
ZAFFIRO: Dona fedeltà nell’amore.





La futura Casa
Un “sì” sotto buoni auspici.
Il settore della casa che presiede al matrimonio è in genere quello a sud – ovest, associato alla madre terra, alla fertilità. Per attivarlo, introdurre oggetti – simbolo della felicità coniugale: anatre mandarine o pappagallini, sempre in coppia; peonie, bouquet da sposa, un nodo d’amore, oppure cristalli naturali fissati a nastri rossi. Rosse anche le lampade, o le lampadine; poi, cuori rossi, vasi di rose rosse, quadri con colori molto caldi.




Lazzi e schiamazzi
Durante i festeggiamenti per gli sposi, i momenti più salienti vengono solitamente sottolineati dagli invitati con applausi, acclamazioni augurali, clacson suonati durante il corteo e, perchè no, i classici barattoli legati all'auto degli Sposi.
Tutti questi rumori scacciano le forze maligne che possono insidiare la felicità della giovane coppia.
Secondo usanze ora dimesse In alcune regioni italiane (per esempio in Calabria e Sicilia) è uso che la madre dello sposo, il mattino delle nozze, si rechi a casa della futura nuora portandole in dono una parure di gioielli (di famiglia, o acquistati per l'occasione). È una tradizione portata in Italia dai Normanni, e che vige tuttora nei paesi di lingua tedesca. , si diceva "accepata" la fanciulla, quando l'innamorato, per farsi intendere , posava un ceppo adorno di nastri sulla soglia di casa ; "scapellata" quella a cui il pretendente avesse strappato in pubblico il copricapo per indurre i genitori riluttanti al consenso. In San Giovanni in Fiore, alla vigilia delle nozze, la sposa riceveva il "cistiellu" (cesto) inviato dallo sposo, contenente gli abiti nuziali e una bambola di caciocavallo, adorna degli ori per la cerimonia .




RITI MAGICI E DATE INFAUSTE PER LE NOZZE
Prima di andare a dormire le donne mettevano tre fave sotto il cuscino (una con la buccia, una sbucciata, la terza pizzicata). L'indomani ne sceglievano una a caso: se la fava era con la buccia il futuro marito sarebbe stato economicamente solido, se era sbucciata povero in canna, se era quella pizzicata il futuro marito sarebbe stato benestante.
Le contadine siciliane inoltre si rivolgevano al Santo Patrono come a un oracolo greco per chiedere la grazia di un marito e sempre concludevano con una domanda: lo fate o non lo fate? Poi si mettevano all'ascolto di un segnale che poteva essere il vento, una porta che sbatte, due passanti che fra loro ignari dicevano lo faccio, non lo faccio, sissignore e così via secondo le tradizioni locali.
Non mancavano mai le preghiere a Sant'Antonio il 13 giugno e a San Giovanni Battista il 26 giugno perché alle giovani donne siciliane portassero un bel marito.
'Sant'Antunìnu, mittìtulu 'ncamminu'; 'San Giovanni scriviti li banni'.
Per quanto riguarda il mese del matrimonio vigeva una regola precisa: mai in maggio o in agosto, proprio secondo il proverbio:'sposa maiulina o augustina non si godi a cuttunina' (sposa di maggio o di agosto non si gode la coperta , ovvero il matrimonio non dura neppure fino all'inverno).
Questa tradizione siciliana riprende l’usanza degli antichi romani che nei mesi di maggio e agosto commemoravano i defunti, mentre risente della tradizione greca il divieto di sposarsi il martedì e il venerdì, giorni infausti anche per le partenze.






Come già detto, in Italia non vi è una intera tradizione liturgica del matrimonio stregonesco, cosa che esiste già invece tra gli wicca d’Oltralpe.
Vi lascio questo scritto sul matrimonio, volutamente non troppo dettagliato, di una amica Wiccan francese; Aguil, e la sua benedizione finale.
(il suo italiano e il mio francese non sono ottimi, ho dovuto quindi modificare qualcosa del testo originale trasmesso; tra noi è più facile comunicare a gesti).

Non vi sono rigidi schemi nel matrimonio Wicca; la cerimonia può essere creata ex novo proprio perché non vi è una completa tradizione da rispettare, (a meno che non abbiate abbracciato percorsi tradizionali della wicca che già hanno elaborato rituali a questo scopo) anche se vi si possono trovare elementi tradizionali legati al luogo dove il gruppo si riunisce.
Molte coppie di streghe Wiccan oggi preferiscono sposarsi all’aperto, in un bosco o una pianura, ma anche questa non è una regola. Da noi preferiamo un luogo chiuso, nella fattispecie una ex polveriera militare ormai in disuso da molti anni, che abbiamo provveduto ad acquistare, consacrare e riassettare ai nostri scopi.
All’interno sulla parete lunga della stanza esiste un grande caminetto rivestito di vecchio marmo, e il locale è per metà, dato il suo uso all’epoca, scavato nel terreno; vi si accede da un largo spiazzo scendendo tre gradini e giungendo a una porta molto larga e un po’ bassa rispetto alla media delle porte normali.
La parte alta del locale, sporge oltre il terreno ed è bene integrata con l’ambiente circostante dato che era già , per tre lati (ma è difficile parlare di lati dato che ha una forma ovale) camuffata come se fosse una piccola collina (probabilmente proprio per il suo uso militare) .
Lì abbiamo provveduto a sistemare delle finestre strette e allungate, con vetri ambrati.
Questa è stata la soluzione migliore per noi, che possiamo in questo modo celebrare all’aperto nella bella stagione e al chiuso in inverno.
Non c’è una vera e propria liturgia del matrimonio; col tempo abbiamo imparato a dare un significato più profondo all’unione della coppia e per questo motivo, la cerimonia viene scritta direttamente dagli sposi e da un referente del gruppo, non necessariamente un sacerdote o un anziano, che ha comunque il compito di correggere e consigliare (non obbligare) i particolari della cerimonia elaborata dagli sposi.
Possiamo paragonare questo referente a un ‘testimone’ delle nozze, una persona che ‘veglia’ la nascita ufficiale di questa coppia.
Giorni prima prepariamo l’ambiente con nastri rossi e blu, fiori, segni di festa, proprio come i cattolici, e appendiamo in ogni dove campane e campanelli di varie fogge e misure, ne abbiamo perfino di decorati a mano, e i più belli e preziosi che abbiamo sono di provenienza svizzera.
Sono importanti i campanelli, devono far fuggire i cattivi spiriti, le invidie , la cattiva fortuna, per questo a termine cerimonia li suoniamo e gridiamo,e ridiamo, forte.
Alcuni di noi piangono perfino, commossi, l’importante è essere rumorosi :-)



Le formule rituali cambiano a seconda della preferenza degli sposi, ma tutte in genere ringraziano le entità di natura per la vita avuta e percorsa, e per quella insieme che dovrà venire.
A tal proposito è richiesto agli sposi di pulire e curare lo spazio della cerimonia per i 28 giorni che precedono la celebrazione; si pulisce il campo, lo si innaffia ‘a mano’ cioè tirando fuori l’acqua o miscele di acqua e vino, acqua e latte, acqua e miele immergendo la mano in un secchio che li contiene, e agitando la mano intorno per aspergere.
Sappiamo che gruppi americani ed europei usano rami e frasche, ma noi non lo facciamo.

Il cuore della cerimonia, che chiediamo di rispettare è “l’infinito nei cerchi”.
Intorno allo sposo e alla sposa vengono disegnati, da parte di buoni amici nell’Arte, due cerchi magici tangenti Questi Cerchi simboleggiano l’individualità degli sposi condotta prima del loro incontro.
Essi sono la loro storia, e interrogati dall’officiante la coppia narra in maniera scherzosa come è giunta, crescendo, fino a incontrarsi e a decidere di sposarsi.



Dopodiché c’è l’apertura simbolica dei punti di tangenza; lo sposo cancella una parte del cerchio con la mano destra (da destra a sinistra) e la sposa con la sinistra (da sinistra a destra). La congiunzione dei due avviene con il ‘nodo magico’. Il nodo magico è una treccia, profumata con succo di mele, e legata strettamente, lunga la misura dell’altezza dei due sposi (non necessariamente gli sposi sono uomo e donna nel matrimonio magico) , solitamente di colore rosso e blu. Con questa traccia le mani dei giovani vengono avvolte e l’unione benedetta.
La treccia sarà poi conservata in un cofanetto con riguardo, e gli sposi avvertiti di proteggere sempre il loro amore.

A fine cerimonia si dà il via agli schiamazzi, alle risa e ai giochi, e ai ludi di fuoco; accensione di torce e getto di frutti come nocciole e noci, anche i noccioli dei frutti vengono usati.
Se si sposano un uomo e una donna, quest’ultima raccoglierà insieme allo sposo i frutti sparsi e in privato verranno celebrati gli auguri di fertilità.
Se la coppia è dello stesso sesso, gli auguri di fertilità saranno un po’ diversi, ma sempre privati fra la coppia e l’officiante.







Anche noi facciamo il salto della scopa, ma quest’ultimo non è riservato solo agli sposi; dopo di loro tutti i membri del gruppo saltano questo bastone, esprimendo un desiderio per gli sposi e uno per sè.
E’ il giorno in cui gli Dei si svegliano e assistono gioiosi, e tutte le preghiere di gioia vengono ascoltate.
Benedizioni agli italiani che si sposano.
in Italia, tanto meno ve ne sono di ‘tradizionali’ anche se nuove e moderne forme ne esistono nella Wicca che incorpora elementi tradizionali nelle proprie celebrazioni.
In Italia le streghe si sono sempre occupate più di benedire e ‘seguire’ un matrimonio, indipendentemente dal fatto che questo sia stato religioso o civile.



Come streghe, più che la cerimonia, l’interesse è sempre stato rivolto al valore dell’unione, e alla sua protezione dagli eventi esterni.
Molti degli usi pagani esistono ancora oggi nel matrimonio, ma ne siamo così assuefatti da non vederli più, e considerarli mera consuetudine.
A tutt’oggi non vi sono vere e proprie cerimonie di matrimoni stregoneschi in Italia, tanto meno ve ne sono di ‘tradizionali’ anche se nuove e moderne forme ne esistono nella Wicca che incorpora elementi tradizionali nelle proprie celebrazioni.
In Italia le streghe si sono sempre occupate più di benedire e ‘seguire’ un matrimonio, indipendentemente dal fatto che questo sia stato religioso o civile.

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